La Valsquaranto è una valle di origine alluvionale che si diparte come un profondo solco dalla conca di San Giorgio verso sud ed inizia ad aprirsi alla pianura a Mizzole, poco prima di Montorio. Il progno Squaranto è quasi sempre asciutto, anche se le dimensioni fanno pensare ad un flusso notevole nel passato e i lunghi muri che fiancheggiano sono segno di piene improvvise. Nella valle si riscontrano due tipi di paesaggio: a nord di Montorio e sulle COLLINE attorno al paese l'ambiente è secco, mentre la piana verso est, lungo le fosse Murara e Zenobria è bagnata da fossi e risorgive che rendono verde e fertile la campagna. Le zone collinari e il fondovalle verso Pigozzo sono coltivate o vigneti e ulivi fino a 50 metri mentre più in alto si trovano boschi di  castagni. In tutta la valle sono presenti segni di antichi insediamenti umani che sono stati scoperti sulle dorsali e testimoniano l’antico utilizzo delle stesse come vie di spostamento fra le vallate. Le tracce romane più importanti sono state rinvenute nella zona di Montorio dove a questo periodo risalgono le opere di sistemazione idrografica delle sorgenti e risorgive. Al periodo romano pare anche risalire la costruzione di un acquedotto che riforniva Verona di acqua, i cui resti sono stati riportati alla luce in occasione di scavi in località Ponte Florio. La zona da sempre è stata luogo di villeggiatura, testimoniato dai resti di ville romane, prediletto do Cangrande dello Scala, citato da Boccaccio che verso la meta del 1300 vi ambienta la sua opera "il Filocolo".

 

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